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08/04/25

Il mortaio di Gaspare. Storie di una famiglia italiana di Tunisi 1893-1973, di Maria Bianca Pinco


Categoria: LIBRI
Pubblicato Sabato, 05 Aprile 2025 01:57
  • Giovanni Lauricella

La storia dell'Italia è più complessa di quanto sembra specie se le visioni che abbiamo non sono più quelle ufficiali ma di quelli che l'hanno vissuta in prima persona.

 

Immaginatevi cosa potevano essere i siciliani dopo l'unità con d'Italia, niente di diverso da tutti i popoli sconfitti che per sopravvivenza dovevano fare scelte traumatiche che solo in condizioni estremamente disperate si possono prendere…

 

L'unità d'Italia inizia a essere il calvario degli sconfitti che dal 1861, quando nella Torino vittoriosa si sventola per la prima volta il tricolore, bandiera di derivazione francese, a suggello del dominio costato migliaia e migliaia di vittime e anche immani distruzioni. 

 

Impegnato militarmente in molti paesi Giuseppe Garibaldi fu definito eroe dei due mondi, nato in quel Regno di Sardegna, sineddoche usata dai Savoia in quanto vassalli francesi in procinto della conquista di tutto lo stivale.

 

Chi non poteva reagire rimase sotto le macerie della guerra d'indipendenza con il nome d'italiano gli altri trovarono altrove la loro “patria” dove poter vivere.

 

Suppongo sia questa la famiglia di cui si parla nel libro, sudisti che si sono sottratti all'umiliazione di essere gli ultimi di un nuovo stato deciso in terre diverse in un lontano tempo, tra la Londra del 1718 e l'Aia del 1720 dove fu decisa l'esistenza del Regno di Sardegna che assimilerà tutte le altre terre della penisola.

 

Questa famiglia italiana che concorse brillantemente come tante altre al progresso di tale stato fino a dover lasciare il paese negli anni ‘70 causa misure di tunisificazione e nazionalizzazione e ritornare come profughi verso un’Italia di cui si parlava la lingua ma che era poco conosciuta sperimentando così un processo di impoverimento economico e disagio psicologico.

 

Si, è la travagliata vita di quelli che da poco più di cento anni si sono trovati a essere italiani e il libro testimonia sia le problematiche di quel periodo, le guerre, sia i lati favorevoli, ricordando che durante il Protettorato francese, Tunisi era una città vivace, cosmopolita e piena di cultura. E’ una storia di vita, la storia di una famiglia siciliana emigrata in Tunisia a fine Ottocento.

 

Storia di vita ricordata nel libro “Il mortaio di Gaspare. Storie di una famiglia italiana di Tunisi 1893-1973” di Maria Bianca Pinco (ATS Italia Editrice) presentato il 3 aprile a quell'agglomerato di persone che formano gli abitanti di una capitale dello stato in cui non hanno vissuto.

 

Sbalorditivo scoprire una sala gremitissima di gente interessata al libro alla Casa della Memoria e della Storia a Roma, che nelle figure di prestigiosissimi relatori ha condotto un dibattito eccellente che non oso trascrivere per non portare a lungo questa limitata segnalazione editoriale.

 

Si, c'era tanta storia, tante conoscenze territoriali, culture e tradizioni che venivano snocciolate con dovizia di termini da rendere il dibattito una lectio magistralis per l'alto livello che manteneva.

 

Tante testimonianze del libro che si andavano a sommare a quelle dei relatori, erudite posizioni culturali che hanno reso l'ascolto piacevole e interessante.

 

A Tiziana Travani, figlia dell'autrice, vanno i più sentiti complimenti, della riuscitissima presentazione ma anche a Carmelo Russo, Professore Associato di Antropologia culturale, Università La Sapienza, Silvia Finzi, già docente d'italianistica, Università La Manouba, Tunisi, Salvatore Palidda, già docente di sociologia, Università di Genova e studioso di tematiche migratorie, Sonia Gallico, autrice di pubblicazioni sulla Tunisia, Sonia Marzetti, storica Vicepresidente FIAP Roma e Lazio e Bianca Cimotta Lami Vicepresidente FIAP.

 

Il pubblico attentissimo ha reagito con molto interesse alle parole pronunciate come ad aderire alla narrazione fatta da Maria Bianca Pinco che se anche non più in vita di questa serata potrà essere soddisfatta.

 

Il libro è stato già presentato alla Dante Alighieri di Tunisi, tra le autorità locali a suggellare l'importanza del contenuto che rimarrà un importante testimonianza storica anche per studiosi dell'emigrazioni che negli anni hanno avuto gli italiani, una storia infinita che continua con quelli che da alcuni decenni arrivano da noi fondendo un fenomeno di notevoli dimensioni ancora da definire perché in corso.

 

Rimane il prezioso contributo che darà una conoscenza storica anche se è un racconto di una famiglia che si è trovata a emigrare due volte, prima dall'Italia in Tunisia e poi di nuovo tornando in Italia, travagli che dovrebbero sempre essere tenuti presenti per la reciproca comprensione di una convivenza multiculturale.

 

 



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