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16/04/25

Dazi: conflitto Usa-Cina in un commercio globale che non funziona più. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa


Categoria: ESTERI
Pubblicato Sabato, 12 Aprile 2025 20:31

La Cina rimane risoluta di fronte ai dazi statunitensi, sfidando gli Stati Uniti a impegnarsi in una guerra commerciale su vasta scala che potrebbe sconvolgere entrambe le economie. La domanda cruciale è: quale nazione può sopportare maggiori sofferenze? A differenza degli Stati Uniti, la Cina non deve fare i conti con un mercato azionario libero, capitalisti indipendenti o un Congresso eletto

 

Questo consente a Pechino di resistere a pressioni prolungate per mesi o anni, attribuendo le sfide economiche all'antagonismo americano. Al contrario, gli Stati Uniti si trovano ad affrontare una potenziale resistenza interna alle politiche del presidente Donald Trump” - scrive Francesco Sisci…

 

La vicenda dazi ha occupato e occupa larga parte dell’agenda informativa, in Italia il sistema informativo la propone, giustamente, in lungo e largo essendo l’attualità. Ma lo stesso sistema, nelle sue precarie rappresentazioni, non fa emergere quelli che sono i problemi reali che stanno dietro la questione, sollevata in modo confuso e sgradevole da Donald Trump. 

 

Quello che non viene neanche casualmente (ad eccezione di alcune ammirevoli eccezioni) è  che i dazi sono il modo mal posto della crisi del conflitto commerciale reale, del conflitto tra Usa e Cina, che inevitabilmente coinvolge in primo luogo l’Europa, l’Occidente e tutto il Resto del mondo.

 

Dunque l’inevitabile processo di globalizzazione si trova a dover affrontare la crisi di un sistema che non funziona più. Un sistema nato con gli accordi di Bretton Woods che aveva creato il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e che aveva il compito di vigilare sulla stabilità monetaria con l'obiettivo di ricostituire un commercio internazionale aperto e multilaterale.

 

Tutte le valute dovessvano essere convertibili in dollari…  dunque un sistema dollaro-centrico, per cui i commerci internazionali avvenivano soprattutto in dollari; per esempio, i prezzi delle materie prime, come il petrolio, erano espresse in dollari.

 

Nella scenografia attuale i termini sono mutati. Il crollo dell’URSS, la crescita della Cina, il sempre più ampio coinvolgimento di nuovi attori ha determinato il fatto che vi è chi non intende mantenere un cambio stabile con il dollaro, anche se i “nuovi potenti” o presunti (vedi appunto la Cina) non sembrano volersi allineare con operazioni di mercato aperto… 

 

Potrebbe essere un’ambizione legittima, ma sia dato il caso che la stessa Cina non ha una moneta riconvertibile, non ha un libero e aperto mercato, non ha aziende private ma tutto è in mano ai vertici dello Stato - ovvero del partito unico, il Partito Comunista Cinese - e ha un chiaro disegno di allargamento non solo commerciale ma aggressivo e di potenza, non solo nel continente asiatico ma nel mondo intero.

 

“… Il dilemma dell'America risiede nell'aver a lungo dominato il sistema capitalista, supervisionando tutte le attività economiche. Cercare di tagliare i costi e riformare il mercato senza sufficiente decisione e resistenza rischia di perdere il controllo sistemico, trasferendolo potenzialmente ad altre mani, come quella della Cina… ” - sottolinea ancora Sisci.

 

Le garanzie democratiche della Cina sono sicuramente poco credibili. É qui il livello dello scontro nel quale sono coinvolti tutti e che da commerciale diventa politico e trasformarsi in una guerra guerra mondiale.

 

Considerando poi che l’Asia è destinata ad essere l’epicentro degli equilibri del mondo e che i paesi intorno a Pechino sono legittimamente preoccupati e allarmati (vedi Giappone, Corea del Sud, Filippine, e perché no Australia, India, Vietnam, Singapore e in particolare Taiwan…ecc.).

 

“… Imporre una massiccia riforma finanziaria e commerciale, ha bisogno del consenso e della strategia per sostenere una sofferenza prolungata. Senza di essi, potremmo trovarci al crepuscolo quando il vecchio ordine sarà scomparso, ma il nuovo deve ancora arrivare… - conclude Sisci.

 

È proprio di tutto questo che Francesco Sisci, sinologo, giornalista, analista politico discute, per Agenzia Radicale Video, con il direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale Giuseppe Rippa nel video he segue.

 

 

- Dazi: conflitto Usa-Cina in un commercio globale che non funziona più. Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa

(Agenzia Radicale Video)

 

 



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