Con l’implosione dell’URSS e la connessa caduta del muro di Berlino si è avviata una nuova fare dei rapporti dell’Occidente europeo e americano, con la Russia che intanto affrontava la nuova situazione nella quale si era trovata a versare; una fase caratterizzata da provvisorietà e precarietà che è difficile oggi stabilire se sia stata superata. Persistono infatti parecchi interrogativi, anche se un dato appare ormai nettamente percepibile: con Vladimir Putin la Russia sta tentando di riprendere l’antico cammino imperiale di grande potenza a cavallo tra Europa e Asia, che fu propria degli zar e proseguì nell’epoca comunista. di Silvio Pergameno
Quella fin qui fornita dalla comunità internazionale per arginare l’epidemia di Ebola in Africa occidentale è stata una risposta lenta e frammentaria che ha lasciato la maggior parte dell’azione concreta alle comunità locali, ai governi nazionali e alle ONG. Lo denuncia Medici Senza Frontiere (MSF), lanciando un appello perché non si fallisca due volte, con una risposta lenta nella prima fase e inadeguata nelle successive.
La guerra del gas Ue-Russia si arricchisce di un altro capitoletto a margine della crisi Ucraina che ha innescato la miccia, facendo comprendere quanto sia pericolosa la forte interdipendenza energetica costruita negli anni. Oggetto dello scontro è ancora una volta il progetto South Stream, che prevede la costruzione di un gasdotto di 2300 chilometri che, attraverso il Mar Nero, raggiungerebbe anche i nostri lidi bypassando i territori caldi dell’Ucraina.
25 anni: cifra tonda, bella, c’è il 5 e, come quelle con lo zero, si presta a festeggiamenti, ai ricordi del com’eravamo e al cosa siamo diventati. 9/11/1989, cade il Muro di Berlino: da allora, come dice il presidente onorario dell’Istituto Affari Internazionali, Stefano Silvestri, “c’è stata una ubriacatura generale ed è mancata una visione strategica” e oggi – dopo un quarto di secolo – “paghiamo la soddisfazione per la fine della Guerra fredda”. di Antonio Marulo
Se la sconfitta alle elezioni midterm prospetta tempi duri per il presidente Obama (che da oggi correrà il pericolo anche di vedersi respinte le nomine di membri dell’esecutivo e di giudici), i repubblicani non paiono essere in grado di rispondere al vuoto di leadership e di idee aperto dal loro avversario con una proposta politica nei fatti concreta. di Ermes Antonucci
Nonostante le improvvise fibrillazioni delle ultime ore, alla fine l'esito del referendum sull'indipendenza della Scozia è stato il più sperato: il Regno resta Unito. Brinda il premier David Cameron, riuscito ad evitare l'ennesimo scossone alla sua già traballante leadership, e con lui brindano i mercati, l'Ue, e i numerosi paesi del continente alle prese con intramontabili e, anzi, crescenti, spinte secessioniste. Ma a parte un'unica certezza, quella dell'unità, i voti dei poco più di 4 milioni di scozzesi portano con sé non pochi interrogativi. di Ermes Antonucci
Un’area calda a cui la Russia non ha mai voluto davvero rinunciare, questo è il significato del Caucaso meridionale, autonomo rispetto alla parte settentrionale che invece è ancora parte della Federazione russa, eppure sempre sotto minaccia, per i disordini interni che lo caratterizzano ancora oggi, e per l’importanza strategica che mantiene, dovuta alle sue risorse energetiche. di Francesca Pisano
E così Barack Obama, a malincuore e con tanti caveat, si è risolto per l’opzione, più difficile e contrastata, di un intervento militare per debellare lo stato islamico, soprattutto affidando l’operazione all’arma aerea, coadiuvata da esperti e senza intervento di truppe di terra. di Silvio Pergameno
Donald Tusk, appena eletto presidente del Consiglio europeo, intervenendo a Danzica in occasione del settantacinquesimo anniversario dell’invasione della Polonia da parte dei nazisti, ha detto che esiste il rischio di una guerra e il campo di battaglia potrebbe non essere limitato alla sola Ucraina; anche Angela Merkel, parlando al Bundestag, ha affermato che non siamo di fronte a un conflitto interno all’Ucraina, ma a uno scontro tra la Russia e l’Europa. di Silvio Pergameno
“Dalle vostre case ve ne siete scappati ma non vi preoccupate siete i benvenuti qui nel paese dei balocchi” – diceva il testo di una canzone di Edoardo Bennato del 1992, a proposito delle esili speranze di quanti percorrono le traversate per mare. E ancora oggi l’Italia, rispetto all’emergenza migranti, è a sé rispetto all’Europa: è suo avamposto, come si sente sempre più spesso dire, ed è come se si affacciasse sul Mediterraneo “per conto” degli Stati dell’UE. di Francesca Pisano
Prima bruciante sconfitta in campo europeo, dunque, per il premier italiano Renzi, che fino all'ultimo aveva provato a far valere, invano, sul tavolo delle trattative, l'exploit ottenuto nelle elezioni dello scorso maggio, quando il Pd si affermò come prima forza nel gruppo dei Socialisti europei. di Ermes Antonucci
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é uscito il N° 119 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
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è uscito il libro Edizioni Quaderni Radicali ‘La giustizia nello Stato Città del Vaticano e il caso Becciu - Atti del Forum di Quaderni Radicali’ |
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è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
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